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    Luca Nardi e Francesco Passaro: due talenti tra Marche e Umbria pronti ad infiammare il Foro Italico

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    Nella nuova puntata de “I Gladiatori di Roma”, TennisTalker e il coach ATP Claudio Pistolesi ci portano alla scoperta di due giovani italiani pronti a fare scintille agli Internazionali d’Italia

    Due regioni, un’unica missione: far splendere il tennis italiano

    Claudio Pistolesi, intervistato da TennisTalker, accende i riflettori su Luca Nardi e Francesco Passaro, prossimi protagonisti agli Internazionali d’Italia dove giocheranno grazie ad una Wild Card messa loro a disposizione dalla Federazione. Due giovani promesse che, pur provenendo da angoli diversi del nostro stivale, condividono un destino comune: provare a scrivere pagine importanti del tennis italiano.

    Il filo conduttore fra i due giocatori? La forza dei loro circoli di origine nelle Marche e in Umbria, terre magari non vastissime, ma dense di passione sportiva e tradizioni tennistiche. In particolare, a Perugia, il tennis non è solo uno sport: è parte integrante del DNA locale. I giovani crescono respirando l’energia dei grandi eventi e ascoltando le storie di chi, prima di loro, ha calpestato i campi più prestigiosi.

    Luca Nardi: il golden boy delle Marche

    Partiamo da Luca Nardi, il talento di Pesaro cresciuto al Circolo Baratoff sotto la guida esperta di Roberto Antonini e Francesco Sani. Curiosità: Antonini aveva già allenato il fratello maggiore, Niccolò, prima di dedicarsi a Luca.

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    Pistolesi racconta con affetto di aver conosciuto la famiglia Nardi attorno al 2010, durante una visita al circolo. Una famiglia solida, di valori veri, con il papà — napoletano trapiantato a Pesaro — che ha passato a Luca la passione sfrenata per il Napoli. Non è un caso, quindi, che una delle vittorie più belle di Nardi sia arrivata proprio al Challenger di Napoli 2024, dove ha battuto in finale il francese Herbert, in un torneo di altissimo livello che aveva in tabellone giocatori come Coria, Fognini e Moutet.

    Il tallone d’Achille? La continuità

    Se c’è un punto debole nella carriera di Nardi, Pistolesi non ha dubbi: la mancanza di continuità nel rapporto con gli allenatori. Tra Antonini e un passaggio veloce all’Accademia di Galimberti, la stabilità è sempre mancata. Un esempio emblematico è stato il breve sodalizio proprio con Galimberti, terminato subito dopo la storica vittoria contro Djokovic!

    Nonostante questo, Pistolesi è ottimista: “L’ho visto recentemente a Washington, è un ragazzo sveglio e motivato. Ha avuto qualche acciacco fisico, ma è arrivato fino alla 67ª posizione nel ranking mondiale. Anche se ora è fuori dai primi cento (ndr: nel ranking aggiornato al 14 aprile è numero 102), ha dimostrato di saper tenere testa ai big, come nella splendida prestazione contro Alcaraz a Doha.

    Il potenziale? Da top 20!

    Il potenziale di Nardi, secondo Pistolesi, è da top 20 mondiale. Il rovescio è già di altissimo livello, “da top player”, mentre il dritto ha ancora margini di crescita: ci sono giorni in cui funziona alla perfezione e altri in cui è più incostante. Anche il servizio è un punto di forza, mentre la vera chiave sarà trovare la giusta continuità, anche mentale, rimanendo concentrato e connesso al match. Nardi, infatti, gioca vicino alla linea di fondo grazie al suo timing perfetto sulla palla e rende al meglio quando segue l’istinto, senza farsi bloccare da troppi pensieri.

    Sul piano delle superfici, il veloce e l’erba sono dove sicuramente può rendere di più. Sulla terra battuta? Meglio selezionare con attenzione i tornei giusti, puntando ai grandi eventi come Roma e Parigi.

    Il paragone? “Mi ricorda un po’ Davide Sanguinetti (ndr: Pistolesi è stato il coach di Sabguinetti per 11 anni), e per certi versi anche Nalbandian.”

    Francesco Passaro, orgoglio perugino in cerca di gloria

    Passiamo a Francesco Passaro, classe 2001 e orgoglio del Junior Tennis Club Perugia, circolo fondato dal compianto Rodolfo – detto Poppi – Vinti. Un circolo che ha una storia pazzesca: basti pensare che negli anni ’80 Perugia era la capitale del tennis italiano, sede dei campionati internazionali femminili (prima di Roma) e cuore pulsante di Ellesse, il celebre marchio sportivo. Tante le star che sono passate da queste parti: Chris Evert, Manuela Maleeva, Andrea Temesvari…

    L’identità tecnica di questo circolo è profondamente legata a una figura di riferimento nel mondo del tennis: Alberto Castellani, uno dei coach più stimati a livello internazionale. Per circa trent’anni ha trasmesso la sua esperienza e la sua visione allo Junior Tennis Club, contribuendo a formare generazioni di atleti. Anch’io ho avuto l’onore di allenarmi con lui proprio qui, dove tutto profuma di tennis vissuto.
    Castellani è stato il coach di Roberto Tarpani, che oggi guida la crescita di Francesco Passaro. Ma ha allenato per anni anche Andrea Grasselli, Francesco Vazzana e Lillacci.
    Questo club è molto più di un semplice centro sportivo: è un luogo dove ogni campo, ogni parete, ogni gesto racconta una storia di passione, dedizione e crescita continua.”

    In questo contesto, Passaro è cresciuto a pane e tennis, respirando entusiasmo e tradizione. Nel 2024 si è regalato il Challenger di Torino, battendo in finale Lorenzo Musetti in un tabellone che vedeva la partecipazione di giocatori come Sonego e Darderi.

    Il dritto come arma letale

    Il gioco di Passaro si costruisce tutto attorno al dritto: cerca sempre di girare intorno alla palla per colpire con il suo colpo migliore. Ha sofferto qualche infortunio, è vero, ma ha dimostrato di avere stoffa da vendere. Il terreno di caccia preferito è la terra rossa, ma con il giusto lavoro potrebbe adattarsi anche ad altre superfici.

    Nel 2024, al Foro Italico, ha regalato spettacolo: partendo dalle qualificazioni, ha raggiunto il terzo turno e ha battuto anche l’ostico olandese Griekspoor.

    Una squadra solida e la spinta della Federazione

    Pistolesi sottolinea quanto sia importante per Passaro avere alle spalle un team affiatato e competente. E qui la Federazione Italiana Tennis e Padel ha giocato una partita intelligente: invece di “centralizzare” i giovani talenti a Tirrenia, ha scelto di potenziare i team esistenti quando funzionano. Un approccio moderno e vincente.

    La Federazione oggi chiede: ‘Come possiamo aiutarti?’ e non impone scelte dall’alto. Passaro è la prova che si può crescere senza sradicarsi dalle proprie radici.”

    E Pistolesi aggiunge: “Mi rivedo un po’ in lui. Anche io cercavo sempre il dritto, anche se giocavo il rovescio a una mano!

    Il talento cresce nei circoli: l’Italia del tennis parla mille dialetti

    Pistolesi sottolinea che Luca Nardi e Francesco Passaro sono la prova concreta di quanto sia fondamentale l’ambiente in cui un tennista cresce. L’Italia vanta una rete di circoli di altissimo livello, distribuiti su tutto il territorio nazionale, capaci di forgiare atleti competitivi a livello internazionale.

    Tra i primi 100 del mondo troviamo infatti giocatori provenienti da ogni angolo del Paese: Bellucci dalla Lombardia, Arnaldi dalla Liguria, Musetti dalla Toscana, Sinner dall’Alto Adige, Cinà dalla Sicilia, Berrettini, Cobolli e Darderi dal Lazio, Sonego dal Piemonte, Bolelli dall’Emilia-Romagna e, appunto, Nardi dalle Marche e Passaro dall’Umbria. Ognuno ha seguito il proprio percorso, portando con sé il bagaglio tecnico e culturale della propria regione.

    Oggi Luca e Francesco sono pronti a giocarsi le loro carte agli Internazionali d’Italia. Due giocatori con caratteristiche e percorsi diversi, ma accomunati dalla stessa determinazione a ritagliarsi un posto nel panorama del tennis italiano.

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