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    UTS Nîmes: dai gladiatori ai tennisti. Ruud trionfa, ma il vero protagonista è il montepremi

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    Il norvegese Ruud conquista l’arena di Nîmes, ma il vero tema è il ricco montepremi: il circuito UTS attira i big a suon di dollari, mentre cresce la richiesta di una più equa distribuzione dei ricavi negli Slam

    Spettacolo, musica e racchette. Ma anche soldi, tanti soldi. Il circuito UTS (Ultimate Tennis Showdown), ideato da Patrick Mouratoglou, è tornato in scena con la seconda tappa stagionale, ospitata in una cornice unica: l’antico anfiteatro romano di Nîmes. Un incontro tra gladiatori, ma con racchette al posto delle spade. Un Colosseo del tennis, dove a scendere in campo non sono solo muscoli e talento, ma anche strategie di marketing e cifre a sei zeri.

    A trionfare nell’arena francese è stato Casper Ruud, che ha superato in finale il ceco Tomas Machac. Ma, al di là della cronaca, ciò che sta facendo parlare è ciò che muove questi campioni, che a quanto pare, non è solo la passione per il gioco. Il circuito UTS, con regole più flessibili, musica a tutto volume e pubblico libero di cantare ed incitare anche durante gli scambi, rappresenta il volto più “pop” del tennis moderno. Ma è anche e soprattutto una ricchissima esibizione, che attira i giocatori per motivi molto concreti.

    Perché i big scelgono UTS?

    Il calendario ufficiale ATP proponeva in contemporanea il 250 di Houston, Marrakech e Bucarest. Ben Shelton, campione uscente del torneo americano, ha preferito per esempio volare a Nîmes per prendere parte a questa “festa del tennis” non ufficiale. Insieme a lui anche nomi del calibro di Rublev, De Minaur, Humbert, Monfils, Popyrin e Machac. Un parterre di altissimo livello per un torneo/esibizione che distribuisce premi da capogiro.

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    Basti pensare che la UTS Grand Final di Londra del 2024 ha elargito un montepremi totale di 2.165 milioni di dollari, con un massimo di 921.800 dollari destinati al vincitore. Per fare un paragone, Alexander Zverev ha incassato poco meno (circa 885.000 dollari) vincendo il Masters 1000 di Parigi-Bercy nello stesso anno. In UTS, il campione può anche ricevere bonus aggiuntivi: 250.000 dollari per chi ha partecipato a quattro eventi e 125.000 se è la prima partecipazione. Insomma, un’esibizione, sì, ma di lusso.

    Ruud: “I giocatori meritano di più”

    E non è un caso che proprio Casper Ruud, fresco vincitore a Nîmes, sia diventato uno dei portavoce di una battaglia che si sta facendo sempre più centrale nel tennis di vertice: quella per una più equa distribuzione dei guadagni. Il norvegese ha recentemente dichiarato all’agenzia AFP che i giocatori ricevono solo il 15% dei ricavi generati dagli Slam, una percentuale che, secondo lui, dovrebbe avvicinarsi al 50%, come accade in altri sport professionistici come NFL o NBA.

    In un mondo giusto, la distribuzione dei ricavi dovrebbe essere 50-50,” ha detto Ruud, consapevole di essere tra i privilegiati del circuito, ma anche attento alle necessità dei colleghi meno affermati: “Per chi esce al primo turno o gioca le qualificazioni, anche poche centinaia di migliaia di dollari in più possono fare una grande differenza.

    Le sue dichiarazioni arrivano dopo che diversi top 20 – secondo quanto riportato dall’Equipe – avrebbero firmato una lettera indirizzata agli organizzatori degli Slam per chiedere un incontro e discutere una riforma del sistema. La Federazione Francese di Tennis ha confermato di aver ricevuto la richiesta e si è detta disponibile a un dialogo, a partire dal torneo di Madrid (leggi QUI l’articolo).

    UTS tra intrattenimento e futuro del tennis

    Il successo di Nîmes dimostra che i giocatori sono sempre più attenti a opportunità extra-ATP che coniughino spettacolo e guadagni. Se fino a poco tempo fa le esibizioni erano viste come un diversivo da bassa stagione, ora stanno diventando veri e propri eventi alternativi, capaci di attirare top player e di lanciare messaggi forti all’establishment.

    Del resto, come dimenticare il milionario Six Kings Slam? Quando sei top player si sfidano in un’esibizione milionaria a Dubai, è chiaro che oggi il tennis, più che mai, si gioca anche dove girano più zeri.

    Nel frattempo, gli otto “gladiatori” di Nîmes hanno combattuto tra sabbia e musica, sotto gli occhi di un pubblico divertito. Ma tra uno scambio e l’altro, la sensazione è che il vero punto del match si stia giocando sul fronte dei diritti e dei compensi. Perché dietro lo show, c’è una partita molto più seria in corso.

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