La campionessa dell’Open d’Australia torna dopo sei settimane e batte Potapova. Coco torna a sorridere dopo due sconfitte consecutive. La numero uno emerge da un duro match con Kessler. Incredibile rimonta di Navarro
Dopo un mesetto e mezzo di performance tristanzuole o addirittura inattività totale sono tornate in campo le grandi protagoniste dell’ultimo Open d’Australia. Aryna Sabalenka, che aveva inaugurato la stagione con un roboante 11-0 tra la vittoriosa cavalcata a Brisbane e la finale persa a Melbourne, ha raccolto davvero pochino nello swing mediorientale: giusto un paio di assegni e due precoci sconfitte con Alexandrova e Tauson. In California la numero uno vorrebbe tornare a rispettare il proprio status, e il sorteggio ha subito deciso di metterla alla prova, proponendole un debutto niente male contro McCartney Kessler. La giocatrice nata a Calhoun, Georgia, quest’anno ha messo insieme i pezzi del puzzle, e nel 2025 vanta già un titolo (a Hobart) e una finale (ad Austin, giusto la scorsa settimana). In più, il pubblico ha contribuito a creare un clima caldissimo: non la situazione migliore per aiutare la leader del circuito WTA a rimettersi in carreggiata.
“Sembrava una finale Slam,” ha detto Sabalenka, “l’atmosfera era quella“. Brava la bielorussa a venirne fuori in due, ma il primo set, in particolare, è stato duro: nessuna delle due rivali ha offerto una singola palla break, e allora a Sabalenka è toccato giocare un gran tie break. Nel secondo, Kessler si è un po’ ammorbidita, e due break in apertura e chiusura di parziale hanno garantito ad Aryna il terzo round contro la nostra Lucia Bronzetti.
Dopo il primo successo Slam della carriera, Madison Keys aveva invece optato per non uscire più di casa e passare la maggior parte delle sue giornate sdraiata sul divano. Comprensibile, dopo cotanta adrenalina. Il lungo stop non le ha nuociuto: ripreso in mano l’attrezzo del mestiere, Keys ha impiegato un’oretta per avere la meglio su Anastasia Potapova, vincendo gli ultimi dieci giochi consecutivi e sparando ventotto vincenti. Al terzo turno per la giocatrice di Rock Island ci sarà la ventottesima testa di serie Elise Mertens.
Un’altra che dopo Melbourne era sostanzialmente sparita è Coco Gauff, la quale, tra Qatar ed Emirati, non aveva vinto una partita. Il suo esordio a Indian Wells le ha restituito mezzo sorriso; solo mezzo però, perché per battere Uchijima la sportiva più pagata al mondo ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie. Gauff ha vinto il primo set grazie al decisivo break ottenuto sul 5-4, ma nel secondo la nefasta giornata al servizio (alla fine si conteranno addirittura 21 doppi falli) occorsa alla numero 3 del ranking ha imposto i suoi effetti, concretizzatisi in un doppio break in avvio per la giapponese, che ha poi in qualche modo difeso il vantaggio pareggiando il conto dei set. La terza frazione è stata lo specchio dell’inquietudine della Coco di queste settimane: subito avanti 4-0, la superstar da Delray Beach è stata risucchiata sul cinque pari dopo aver sprecato un match point nel nono gioco e un altro nel decimo. Procuratasi una nuova chance per servire per l’incontro grazie al break strappato nell’undicesimo game, Gauff ha perso di nuovo il servizio nel dodicesimo, ed è riuscita a salvarsi solo al tie break in coda a due ore e trentacinque minuti di lotta e tremendi balbettii. Al prossimo round andrà in scena il nono episodio della saga Gauff-Sakkari: l’ultimo precedente si è disputato proprio a Indian Wells lo scorso anno, con vittoria al terzo della greca
Vittoria al tie break del terzo dopo due ore e mezza di zuffa anche per l’altra grande speranza di casa Emma Navarro, sopravvissuta per miracolo a una sconfitta quasi sigillata contro Sorana Cirstea. Sotto 5-3 al terzo, la decima testa di serie ha dovuto annullare due match point: sul secondo, una palla mollemente rimbalzante nei pressi della rete è stata facile preda della rumena, che ha optato per il lungo linea trovando però la difesa d’istinto con il rovescio di Navarro, la quale ha messo il vincente senza guardare costruendosi dunque un’insperata chance per continuare a giocarsela. La regola aurea del “gol sbagliato, gol subìto” ha di lì a poco fatto il suo corso.