Lo specialista indiano ribatte agli attacchi lanciati dal tennista USA alla disciplina “di coppia”
In seguito alle recenti – e spericolate – parole di Opelka circa la dignità della disciplina del doppio, si è sentito di prendere giustamente la parola la leggenda del tennis Rohan Bopanna. Il tennista indiano, in doppio, vanta la vittoria all’Australian Open 2024 e ha raggiunto la prima posizione della classifica mondiale proprio all’inizio della scorsa stagione a 43 anni. Così, oltre ad essere il giocatore più anziano a trovarsi nella top 100, Rohan è diventato il “meno giovane” a raggiungere la vetta del tennis professionistico, terzo indiano a riuscire nella grande impresa dopo Bhupathi e Paes.
Un risultato che Rohan dedicò al suo Paese: “L’India aveva bisogno di un risultato così, per spingere i giovani con delle motivazioni. La mia età? Spero di essere un esempio per tutti gli Over 40 del mondo, far capire loro che c’è ancora tanto da dare a questa età, anche nello sport di alto livello”.
Da non tralasciare il fatto che Bopanna è riuscito a raggiungere questi risultati senza l’aiuto di un fisico tirato a lucido, dato che la cartilagine delle sue ginocchia è ormai inesistente. Inoltre, negli ultimi anni l’indiano ha ammesso – comprensibilmente – di aver dato molto spazio alla famiglia. Rohan deve tutto alla moglie psicologa Supriya Annaiah e alla figlia Tridha: ”Sono loro a spingermi a proseguire, anche quando perdo. Grazie a loro sono andato oltre le mie aspettative”.
Rohan Bopanna si adatta a qualsiasi compagno: i recenti cambiamenti
Gli Australian Open 2024 rimarranno per sempre nella memoria di Bopanna: lo hanno portato 1 al mondo e fatto raggiungere e superare le 500 vittorie in carriera nella specialità, arrivando a centrare la tredicesima stagione con almeno un trofeo del Tour in bacheca. Il suo compagno di doppio australiano Matthew Ebden, però, ha scombussolato poi le carte in tavola. In seguito ad una seconda parte dell’annata non soddisfacente, Ebden ha deciso di concludere la collaborazione con Bopanna, scegliendo il belga Joran Vliegen dopo aver saputo della separazione di quest’ultimo da Sander Gille.
Rohan non se l’aspettava, ma la capacità di adattamento, a differenza della cartilagine, non gli ha mai fatto difetto: d’altronde, nella sua carriera ha cambiato un numero non indifferente di “partner”: la conta per ora è arrivata a 19, numero che comprende esimi colleghi quali Qureshi, Bhupathi, Fleming, Roger Vasselin, Nestor, Mergea, Cuevas, Koolhof, Sharan, Middelkoop, Ramanathan, per chiudere con Ebden.
Ad Adelaide e agli Australian Open di quest’anno la stella indiana è scesa in campo assieme a Barrientos, ma i due non sono riusciti a fare molto. Al Qatar Open, invece, Rohan ha debuttato assieme a Borges: a Doha la coppia ha eliminato con un doppio tie break i nostri Vavassori e Bolelli, e proprio ieri è stata sconfitta ai quarti di finale dagli inglesi Glasspool/Cash al super tie break.
La risposta sui social di Rohan Bopanna alle parole di Opelka
Il pensiero di Reilly Opelka sul doppio è stato molto duro e complesso da digerire per moltissimi giocatori a tutti i livelli, soprattutto da parte di chi ha dato tutto per quella disciplina e ci vede un messaggio utile per la comunità e per il mondo intero.
La star del tennis indiano ha detto la sua sui canali social dopo la proposta del giocatore americano di abolire tout court la disciplina. Bopanna ha fatto comprendere l’importanza del doppio nel tennis e il suo ruolo nel fornire opportunità ai giocatori che potrebbero non eccellere nel singolare.
Sul suo account Instagram, in una storia, Bopanna si è espresso così:
“Per tutti coloro che sminuiscono il tennis in doppio, cercate di capire questo: giocare in doppio e guadagnarci mi ha dato il potere di fare qualcosa di importante nella vita. Mi ha aiutato a far scoprire lo sport a bambini svantaggiati, a fornire un’istruzione a oltre 30 ragazze e a costruire un’accademia che alleva futuri campioni. E lasciate che vi dica: quelli che beneficiano di queste opportunità non si preoccupano se il supporto arriva dai guadagni del singolare o del doppio. Ciò che conta è che sta cambiando delle vite. Eppure alcuni, nella loro posizione privilegiata, si accontentano di discutere su chi merita di più o di meno. Non riescono a cogliere il quadro più ampio, cioè il vero impatto di questo sport. Il tennis non è solo una questione di classifiche o di soldi; riguarda le porte che apre, le vite che trasforma e le opportunità che crea. Se non riesci a rispettarlo, allora non rispetti veramente il gioco“.
Niente da dire: ottima risposta, Rohan. Attendiamo altre tue carezze alla pallina già al Roland Garros.