“El Peque”manca già a tutti: sui social i colleghi tennisti del circuito ricordano la sua grande carriera. Un campione dentro e fuori dal campo
A partire da Rafael Nadal e dalla sua accademia, per arrivare a Carlos Alcaraz, agli argentini Cerundolo e Etcheverry, Alexander Zverev, De Minaur e Khachanov, tutti riconoscono quanto sia stato speciale Diego Schwartzman, non solo per l’Argentina, ma per tutto il tennis mondiale. In pochissimo tempo i social sono stati invasi di storie di ammirazione per la stupenda carriera del “piccolo grande argentino”.
Benoit Paire lo definisce “#idolo”, mentre Jannik Sinner gli augura il meglio per il nuovo capitolo della sua vita. Novak Djokovic lo chiama “Amigo!” e Diego gli risponde con un messaggio molto importante: ”Pochi sanno tutto ciò che fai per lo sport e questo ti ha reso ancora più grande nei tuoi risultati sportivi. È stato un onore poterti vedere da vicino questi anni”.
Commovente è anche la vicinanza della futura moglie del tennista, Eugenia De Martino, che sui social ha postato una foto simbolica con una dedica:” Ti ho accompagnato senza capire il tuo mondo, ma tu fai parte del mio dal primo giorno. Ora la gente incontrerà non solo il piccolo Diego, ma anche quello che sei realmente e non ho dubbi che ti amerà ancora di più”.
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Diego Schwartzman: un campione di vita
Rimarrà per sempre un idolo, come lo ha definito Benoit Paire: Diego ha messo insieme 251 vittorie in carriera e 4 titoli ATP. Il 2020 è stato il suo anno d’oro, in cui è stato semifinalista al Roland-Garros, ha raggiunto la finale del Masters 1000 a Roma battendo Rafael Nadal e dopo ad aver raggiunto il suo best ranking ATP come numero 8 è stato presente alle ATP Finals.
Diego Shwartzman è soprattutto uno sportivo da cui le nuove generazioni dovrebbero prendere esempio, soprattutto per la sua voglia di lottare e la sua determinazione. Da bambino, Diego non sapeva se il suo sogno si potesse avverare, e neanche i suoi genitori, dopo che un medico disse loro che non avrebbe mai superato il metro e settanta di altezza. Ma El Peque ha ascoltato solo il suo cuore e la sua passione: nella sua carriera ha superato sé stesso e i propri limiti, riuscendo a competere ai livelli massimi del tennis mondiale. Un mondo dominato dal gioco potente e da giganti.
“Nel mio percorso ho ottenuto molto più di quanto avessi mai sognato. Ho cercato di assecondare le richieste del mio fisico e della mia testa, esausti dopo tante battaglie. È giusto smettere ora. È stato un viaggio incredibile. Non ho avuto un grande dritto e servizio, ma queste mancanze hanno permesso di migliorarmi”.
Diego è proprio la persona e l’atleta perfetto da cui si può imparare a essere sempre se stessi, di non rincorrere continuamente il paragone e il confronto con gli altri. Al contrario, l’argentino ci insegna ad accettare con umiltà il nostro essere e le nostre peculiarità, che ci rendono speciali. È un insegnamento di vita che va oltre lo sport: avere il coraggio di andare controcorrente in un mondo che ci fa muovere verso un’unica direzione e che nasconde la luce che ognuno di noi ha dentro di sé. Un mondo dove l’essere diversi viene visto come un errore, in cui è più facile seguire la massa rischiando così di annullare l’unicità. Ma Diego ha seguito il suo cuore, ed è sicuro di aver fatto la scelta giusta.