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    It’s over! Tutta la storia del caso Clostebol. Sinner: “Ho sempre accettato le responsabilità del mio team”

    Ripercorriamo l’intera vicenda che ha visto Jannik Sinner al centro del caso Clostebol, chiuso oggi con un patteggiamento che ha ridotto la sua sospensione a tre mesi

    Tutto ha avuto inizio lo scorso agosto, quando è stata resa pubblica la notizia della positività di Sinner al Clostebol, uno steroide vietato, a seguito di un controllo antidoping effettuato dopo il torneo di Indian Wells. La presenza di clostebol sarebbe il risultato di una contaminazione avvenuta tramite il suo fisioterapista. Quest’ultimo avrebbe massaggiato Sinner durante il torneo dopo aver utilizzato Trofodermin, uno spray medicinale contenente clostebol, per trattare un taglio al mignolo della mano sinistra.

    La positività risaliva quindi a marzo 2024, ma la notizia non era trapelata. Nel frattempo, Sinner aveva continuato a giocare, prendendo parte a Roland Garros e Wimbledon, consapevole di quanto sarebbe potuto succedere da lì a poco. Una situazione che lo aveva profondamente segnato, come lui stesso ha ammesso in seguito, e che dava una spiegazione a quel suo diverso atteggiamento in campo, perennemente serio.

    Il dibattito e l’appello della WADA

    La vicenda ha scatenato un acceso dibattito nel mondo dello sport: da un lato, chi difendeva il campione azzurro, dall’altro chi chiedeva una sanzione più severa. “Questa vicenda mi ha permesso di capire chi sono i veri amici e chi no”, dichiarerà poi Sinner.

    Inizialmente, l’ITIA (International Tennis Integrity Agency) aveva assolto il tennista, ritenendo che non vi fosse alcuna colpa o negligenza da parte sua, avendo egli assunto la sostanza in modo accidentale. Ma il 26 settembre 2024 la WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) ha presentato ricorso, sostenendo che Sinner dovesse essere ritenuto responsabile delle azioni del suo staff, considerato parte integrante del suo entourage.

    A gennaio 2025, il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha fissato per il 16 e 17 aprile l’udienza del procedimento arbitrale tra la WADA e Sinner. Tra i giudici, oltre al lussemburghese Jacques Radoux, figurava anche Ken Lalo, noto per la sua severità nei casi di doping.

    Il 18 gennaio un cambiamento importante: il team legale di Sinner ha sostituito il proprio arbitro con Lord John Dyson, ex giudice della Corte Suprema inglese, ritenuto più esperto nei casi di sport e doping.

    Nel frattempo, il presidente della WADA, Witold Banka, ha rilasciato dichiarazioni alla stampa polacca per difendere l’operato dell’agenzia, negando trattamenti di favore nei confronti di altri atleti, come Iga Swiatek, il cui caso era stato archiviato.

    Solo pochi giorni fa, il portavoce della WADA, James Fitzgerald, aveva annunciato che l’agenzia avrebbe chiesto una squalifica compresa tra uno e due anni.

    Il patteggiamento e la sentenza finale

    Oggi è arrivata la svolta definitiva: la WADA ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui riconosce che l’assunzione della sostanza proibita non è stata intenzionale e che Sinner non ha ottenuto alcun vantaggio competitivo.

    Il tennista sconterà tre mesi di sospensione, dal 9 febbraio al 4 maggio 2025, potendo però tornare ad allenarsi ufficialmente dal 13 aprile. Il suo rientro in competizioni ufficiali è previsto per gli Internazionali d’Italia.

    Queste le prime parole di Sinner dopo la sentenza:

    “Questo caso pendeva su di me ormai da quasi un anno e il processo sarebbe durato ancora a lungo. Ho sempre accettato la responsabilità della mia squadra e credo che le rigide regole della WADA siano una protezione importante per lo sport che amo. Per questo ho deciso di accettare l’offerta della WADA per risolvere la questione con una sanzione di tre mesi.”

    Il suo legale, Jamie Singer, ha aggiunto:

    “Sono lieto che Jannik possa finalmente lasciarsi alle spalle questa straziante esperienza. La WADA ha confermato i fatti già accertati dal Tribunale indipendente: è chiaro che Sinner non aveva alcuna intenzione di doparsi, non era a conoscenza della contaminazione e non ha tratto alcun beneficio. Purtroppo, gli errori del suo staff lo hanno portato a questa situazione.”

    Immagine presa da sport.sky.it

    Ora il caso Clostebol si chiude definitivamente. Sinner pagherà con tre mesi di stop, ma il suo ritorno è già fissato: il Foro Italico lo aspetta.

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