Il CEO della PTPA critica duramente ITIA e WADA: “Non cercano i veri dopati, ma penalizzano gli atleti con regole assurde”
Il caso di Jannik Sinner ha riacceso il dibattito sulla giustizia del sistema anti-doping nel tennis. Ahmad Nassar, CEO della Professional Tennis Players Association (PTPA), l’associazione dei giocatori fortemente voluta da Novak Djokovic, ha pubblicato sul suo profilo X un lungo post in cui critica l’attuale sistema anti-doping, definendolo ‘irrazionale, ingiusto e più interessato a punire gli atleti per dettagli insignificanti piuttosto che a individuare i veri trasgressori’.
Un sistema più interessato alle regole che alla giustizia
Nassar parte da un principio fondamentale: l’anti-doping dovrebbe servire a scovare chi utilizza sostanze illecite per migliorare le proprie prestazioni. Ma secondo lui, la realtà è molto diversa.
- Gli atleti vogliono più di chiunque altro uno sport pulito, ma le regole attuali non li tutelano veramente.
- Le soglie per i test positivi dovrebbero essere impostate per identificare chi si dopa, ma non è così. Il sistema è più preoccupato di punire atleti per minime tracce di sostanze che non offrono reali vantaggi competitivi.
- I controlli sono eccessivamente onerosi per chi viaggia costantemente, e invece di concentrarsi sui veri trasgressori, il sistema sembra studiato per colpire i giocatori su cavilli burocratici.
Il problema delle sanzioni e dei ricorsi
Ma il problema non è solo nei controlli, bensì nel processo di appello e difesa:
- Se un atleta risulta positivo, ha diritto a un sistema equo per difendersi. Ma oggi non è così: ITIA e WADA gestiscono ricorsi su basi poco chiare e con tempi lunghissimi.
- Chi ha risorse economiche può difendersi, chi non le ha è penalizzato. Questo crea un’ingiustizia di base: il sistema non garantisce un’adeguata assistenza legale a tutti gli atleti.
- ITIA e WADA sono costruite su premesse sbagliate, e ogni atleta coinvolto, anche se innocente, finisce risucchiato in un meccanismo che può durare anni.
Il caso Sinner: una vittima della burocrazia
Secondo Nassar, Jannik Sinner è finito in una situazione profondamente ingiusta. L’ITIA afferma di aver rispettato le regole, ma la WADA non è d’accordo e ha deciso di contestarne la decisione. Questo ha portato a una disputa politica e legale tra le due organizzazioni, lasciando il tennista italiano in un limbo per quasi un anno.
Il paradosso, sottolinea Nassar, è che né ITIA né WADA stanno contestando i fatti alla base del caso di Sinner. Il problema è solo una battaglia tra enti regolatori, ma a pagarne il prezzo è l’atleta.
“Questo sistema è disastroso e va cambiato”
Nassar conclude dicendo: questo sistema è ingiusto per gli atleti, dannoso per i tifosi e nocivo per lo sport. Serve una riforma urgente, che metta al centro la giustizia e la tutela degli atleti, invece di regole astratte e dispute burocratiche.
Il post completo pubblicato su X da Ahmad Nassar:
So, when I say the entire anti-doping system is unfair, here’s what I mean. Warning – this is a long list 🙂
— Ahmad Nassar (@ahmad4athletes) February 11, 2025
1. The anti-doping system should be concerned with catching dopers. Dopers are those who are trying to improve their performance via illegal substances.
2. Players care…