More
    TennisTalker MagazineVarieAhmad Nassar denuncia il sistema anti-doping: "Ingiusto e inefficace, Sinner vittima di una disputa politica"
    Pubblicato in:

    Ahmad Nassar denuncia il sistema anti-doping: “Ingiusto e inefficace, Sinner vittima di una disputa politica”

    Il CEO della PTPA critica duramente ITIA e WADA: “Non cercano i veri dopati, ma penalizzano gli atleti con regole assurde”

    Il caso di Jannik Sinner ha riacceso il dibattito sulla giustizia del sistema anti-doping nel tennis. Ahmad Nassar, CEO della Professional Tennis Players Association (PTPA), l’associazione dei giocatori fortemente voluta da Novak Djokovic, ha pubblicato sul suo profilo X un lungo post in cui critica l’attuale sistema anti-doping, definendolo ‘irrazionale, ingiusto e più interessato a punire gli atleti per dettagli insignificanti piuttosto che a individuare i veri trasgressori’.

    Un sistema più interessato alle regole che alla giustizia

    Nassar parte da un principio fondamentale: l’anti-doping dovrebbe servire a scovare chi utilizza sostanze illecite per migliorare le proprie prestazioni. Ma secondo lui, la realtà è molto diversa.

    1. Gli atleti vogliono più di chiunque altro uno sport pulito, ma le regole attuali non li tutelano veramente.
    2. Le soglie per i test positivi dovrebbero essere impostate per identificare chi si dopa, ma non è così. Il sistema è più preoccupato di punire atleti per minime tracce di sostanze che non offrono reali vantaggi competitivi.
    3. I controlli sono eccessivamente onerosi per chi viaggia costantemente, e invece di concentrarsi sui veri trasgressori, il sistema sembra studiato per colpire i giocatori su cavilli burocratici.

    Il problema delle sanzioni e dei ricorsi

    Ma il problema non è solo nei controlli, bensì nel processo di appello e difesa:

    1. Se un atleta risulta positivo, ha diritto a un sistema equo per difendersi. Ma oggi non è così: ITIA e WADA gestiscono ricorsi su basi poco chiare e con tempi lunghissimi.
    2. Chi ha risorse economiche può difendersi, chi non le ha è penalizzato. Questo crea un’ingiustizia di base: il sistema non garantisce un’adeguata assistenza legale a tutti gli atleti.
    3. ITIA e WADA sono costruite su premesse sbagliate, e ogni atleta coinvolto, anche se innocente, finisce risucchiato in un meccanismo che può durare anni.

    Il caso Sinner: una vittima della burocrazia

    Secondo Nassar, Jannik Sinner è finito in una situazione profondamente ingiusta. L’ITIA afferma di aver rispettato le regole, ma la WADA non è d’accordo e ha deciso di contestarne la decisione. Questo ha portato a una disputa politica e legale tra le due organizzazioni, lasciando il tennista italiano in un limbo per quasi un anno.

    Il paradosso, sottolinea Nassar, è che né ITIA né WADA stanno contestando i fatti alla base del caso di Sinner. Il problema è solo una battaglia tra enti regolatori, ma a pagarne il prezzo è l’atleta.

    “Questo sistema è disastroso e va cambiato”

    Nassar conclude dicendo: questo sistema è ingiusto per gli atleti, dannoso per i tifosi e nocivo per lo sport. Serve una riforma urgente, che metta al centro la giustizia e la tutela degli atleti, invece di regole astratte e dispute burocratiche.

    Il post completo pubblicato su X da Ahmad Nassar:

    Commenti

    LASCIA UN COMMENTO

    Per favore inserisci il tuo commento!
    Per favore inserisci il tuo nome qui

    Newsletter

    Ti potrebbe interessare...

     

    Segui i tornei in collaborazione con TENNISTALKER MEDIA PARTNER

    più popolari