I due ragazzi USA, fermati negli ultimi anni da gravi problemi fisici, raggiungono gli ottavi in Texas battendo Shevchenko e Carballes Baena. Out Nishikori
Due belle storie sono andate in archivio nella nottata di Dallas. Due belle storie e due vittorie di peso, a prescindere dal prestigio del torneo e dai punti in palio. Agli ottavi di finale, oltre a Taylor Fritz, prima testa di serie passata senza problemi sul primo ostacolo Rinderknech, vedremo due ragazzi per molto tempo e a causa di problemi assortiti finiti ai margini Tour. Reilly Opelka e Michael Mmoh hanno dovuto stringere i denti, ma sono finalmente tornati a sorridere.
Il duemetrieundici da St. Joseph è stato sostanzialmente fermo per due anni tra l’estate del 2022 e quella del 2024: prima un tumore (per fortuna benigno) sviluppato all’anca l’ha costretto a sdraiarsi sul lettino del chirurgo; poi due sciagurati passaggi sotto i ferri per sistemare il tendine del polso destro, la seconda perché l’intervento originario aveva lasciato a Reilly la sgradita eredità di un’infezione che gli procurava dolori lancinanti: “Non dormivo la notte – aveva dichiarato Opelka una volta tornato all’attività -; ero pronto a ritirarmi, a cambiare vita“. Invece, rieccolo. Dopo una fine di 2024 dedicata al rodaggio, l’ex numero 17 ATP ha iniziato la nuova stagione su standard di nuovo elevati: già a Brisbane, nel torneo inaugurale dell’anno, aveva eliminato Novak Djokovic prima di ritirarsi dopo 13 minuti nella finale contro Jiri Lehecka. Un piccolo incidente di percorso alla schiena, nulla che potesse turbarne il buon umore dopo tanti mesi bui.
In Texas, come detto, Opelka ha superato il primo turno battendo il russo fresco di divorzio Alexander Shevchenko sparando 18 ace. Al secondo round per lui ci sarà Cameron Norrie.
L’altro comeback di cui siamo lieti di parlare è quello di Michael Mmoh. Ex ragazzino prodigio del tennis USA tanto da meritare fin dai tredici anni una borsa di studio presso l’accademia di Nick Bollettieri, Mmoh non ha mai esaudito davvero le aspettative che su di lui erano state riposte. Figlio della globalizzazione se ce n’è uno (nato a Riyad da padre nigeriano di nazionalità statunitense e madre irlandese di origini australiane), Michael è stato al massimo ottantunesimo nel ranking ATP nel settembre del 2023. Ad aprile dello scorso anno, un infortunio al gomito patito durante il Challenger di Savannah l’ha costretto a nove mesi di stop forzato. Rientrato a Cleveland la scorsa settimana, Mmoh sta provando a ritrovare la fiducia necessaria, e i primi passi sono stati per ora incoraggianti, anche per quanto riguarda la tenuta fisica: nel primo turno di Dallas il ragazzo dai cinque potenziali passaporti ha prevalso in una lotta da due ore e tre quarti contro Carballes Baena, uno che nella battaglia sporca ci sguazza.
La partita si è ovviamente chiusa al terzo set; un terzo set dall’andamento bizzarro, ci si perdoni il temerario eufemismo: Mmoh è andato avanti 3-0, poi Carballes l’ha sorpassato sul 4-3 e servizio, prima del contro parziale di tre giochi a zero piazzato da Michael per chiudere sul 6-4 finale. Al prossimo turno per lui una sfida difficile che però sa anche di premio, contro il secondo favorito in gara Casper Ruud.
Nel resto del programma, Kei Nishikori ha ceduto abbastanza di schianto di fronte a Tomas Machac raccogliendo appena quattro giochi, Nishioka (altro assiduo delle sale operatorie) ha fatto fuori in due Nakashima e Denis Shapovalov ha vinto al terzo uno dei match più interessanti della giornata contro Miomir Kecmanovic. Nella serata italiana di oggi tornerà in campo Matteo Arnaldi, atteso nel suo match di secondo turno da Alejandro Davidovich Fokina.
IL TABELLONE DELL’ATP 500 DI DALLAS AGGIORNATO