Partita senza sbavature per un Matteo Arnaldi preciso e centrato, che fa sempre corsa di testa e non rischia mai. Per lui nei quarti c’è Munar
[8] M. Arnaldi b. A. Davidovich Fokina 6-1 6-3
Super prestazione per Matteo Arnaldi, che nel secondo turno del Dallas Open ha lasciato le briciole ad Alejandro Davidovich Fokina. Più solido, consistente, costante, il tennista di Sanremo è stato bravissimo nel tenere sempre con la testa sott’acqua un avversario imprevedibile; uno che se gli si accende la miccia è in grado di ribaltare le partite, anche improvvisando. Ma oggi non era il caso: le venti posizioni che separano in classifica i due giocatori (39 Arnaldi, 59 lo spagnolo) sono sembrate nell’occasione parecchie di più.
Dopo venticinque minuti il tennista azzurro era già avanti 5-0: il primo break è arrivato nel primo game giocato da Arnaldi in risposta alla quinta occasione utile. Davidovich è stato bravo e anche un po’ fortunato a risalire da 0-40 e ad annullare anche una quarta occasione per il 2-0, ma un regalone sul quinto vantaggio esterno ha permesso a Matteo di fare corsa di testa. Il secondo saccheggio alla battuta dello spagnolo è avvenuto nel quarto gioco, e le due palle break salvate dal tennista italiano nel quinto e nel settimo game sono sembrate ininfluenti ai fini dell’esito del parziale. Bravo però Matteo però, lo ripetiamo, a non concedere spiragli di fiducia a un avversario insondabile.
Dopo un avvio equilibrato di secondo set Arnaldi è stato ancora una volta il primo ad avere le occasioni in risposta, nel quinto game. Non le ha sfruttate, ma la partita è finita lo stesso lì. Dal 3-2, infatti, Davidovich Fokina non è più stato capace di vincere un game, e in pochi minuti si è trovato a dover stringere la mano a Matteo con un parziale conclusivo sul groppone di sedici punti a quattro.
Un match inappuntabile per Arnaldi, che sfiderà Jaume Munar nei quarti di finale: non ne gioca uno dai tempi dell’ultimo, splendido torneo di Montreal, quando la sua corsa venne fermata solo in semi da Andrey Rublev. Domani partirà favorito: certo, le partite vanno giocate, ma lo spettro di Ben Shelton – sconfitto addirittura in due dal ventisettenne da Santanyi – sarebbe stato decisamente più inquietante.