Dietro le quinte di un evento unico: tra luci, racchette d’oro e nuove tradizioni
Un affezionato lettore del nostro Magazine era presente a Riyadh nella giornata conclusiva del Six Kings Slam e ha condiviso con noi le sue impressioni e dettagli esclusivi che solo chi era sul posto ha potuto cogliere. Il torneo di Riyadh è stato un evento tennistico che ha attirato l’attenzione del mondo, non solo per l’alto livello di gioco, ma anche per l’ambientazione, la particolare atmosfera e… il ricchissimo montepremi!
Ecco il racconto in esclusiva per TennisTalker.
Lo stadio, allestito all’interno di un elegante palazzo per eventi, non era sicuramente uno spazio nato per ospitare un match di tennis. Diverse cose erano alquanto improvvisate: le tribune, costruite su impalcature, erano dotate di semplici panchine in plastica, lontane anni luce dal lusso a cui siamo abituati a Wimbledon o agli US Open. L’area circostante non brillava per raffinatezza, con un piazzale che offriva baracchini di Starbucks e bevande analcoliche locali, un’atmosfera ben lontana dai tipici lounge bar dei grandi Slam.
Ma se l’infrastruttura lasciava un po’ a desiderare, l’esperienza visiva è stata di tutt’altro livello. Il gioco di luci e il grande schermo sospeso sopra il campo hanno creato una presentazione scenografica mozzafiato, con un video dei Six Kings realizzato in maniera impeccabile. Un momento davvero suggestivo, che probabilmente ha reso molto meglio dal vivo che in televisione. L’atmosfera è stata piacevolmente vivacizzata dallo Speaker che ha saputo coinvolgere il pubblico con grande abilità.
Per quanto riguarda il pubblico, Rafa Nadal è stato indiscutibilmente la star della serata. Gli applausi e il calore con cui è stato accolto dal suo primo ingresso fino all’ultimo hanno reso omaggio alla sua carriera, culminata con un emozionante regalo: una racchetta d’oro massiccio. Anche se è stata l’ultima esibizione di Nadal, non c’è stato spazio per la malinconia.
Il pubblico, composto da persone di ogni età, ha dimostrato grande entusiasmo per le partite, in particolare per Sinner, supportato in maniera più caloroso rispetto a Carlos Alcaraz.
L’aspetto interessante è stato vedere un pubblico variegato, con giovani e famiglie mescolati, che riflette una nuova immagine dell’Arabia Saudita. Diversamente da ciò che aspettavo, non tutti gli spettatori indossavano abiti tradizionali e l’atmosfera era sorprendentemente rilassata e inclusiva.
La giornata, durata sette ore, è stata estenuante, ma il tifo è rimasto simpatico e allegro per tutta la durata dell’evento.
Nonostante l’intensità della partita che ha visto il numero 1 e il numero 2 al mondo affrontarsi senza esclusione di colpi, fuori dal campo l’amicizia tra Alcaraz e Sinner è evidente. Al termine del match, i due si sono abbracciati con grande affetto, nonostante la significativa differenza nei premi: Sinner ha portato a casa circa 5,5 milioni di dollari, mentre Alcaraz si è dovuto “accontentare” di 1,5 o 2 milioni.
La famiglia reale ha presenziato l’evento, e tra i più applauditi c’era Mohammed bin Salman, il principe ereditario e figura chiave del tentativo di cambiamento nel Paese. Le sue immagini apparse sul grande schermo sono state accolte con applausi che sembravano sinceri e sentiti.
In conclusione, questa edizione del Six Kings Slam è stata un evento unico nel suo genere, un mix di tradizione e modernità, in cui il tennis e la cultura locale si sono incontrati in modo inaspettato. Anche se forse non al livello di lusso dei tornei classici, l’esperienza è stata comunque speciale, che mi lascerà un bellissimo ricordo.
Un saluto a tutti i Talkers da Riyadh, e ora… si torna!