In una società che si sta sempre di più adattando a quelle che sono le esigenze delle persone che vivono in una condizione di disabilità, il tennis, come numerosi altri sport, si è adeguato, offrendo la possibilità di allenarsi e competere ad un numero sempre maggiore di atleti.
Il tennis paralimpico è un insieme di discipline, per la precisione quattro, che includono varianti che dipendono dal tipo di disabilità che la persona porta.
Si parla infatti di:
Tennis per udenti e non vedenti, o più in generale, con disabilità a livello sensoriale: la pallina ha un campanello che permette all’atleta di capire in quale parte del campo si trovi;
Tennis in carrozzina: eseguito tramite l’utilizzo, per l’appunto, di una carrozzina e riservato ad atleti che hanno una disabilità degli arti inferiori;
Tennis per persone con disabilità intellettivo-relazionali;
Quads: si tratta di atleti quadriplegici privi degli arti superiori ai quali è permesso giocare con una carrozzina elettrica e avere la racchetta fissata alla mano o all’arto tramite nastro.
La possibilità di avere la racchetta legata tramite un nastro adesivo è piuttosto frequente, per garantire la possibilità di allenarsi anche a chi non ha un controllo completo degli arti superiori.
Il campo su cui il match viene giocato è identico a quello su cui giocano gli atleti che non hanno alcuna disabilità, ma sono previste regole speciali:
Innanzitutto, la pallina può rimbalzare due volte anzichè una, e questa è una caratteristica tipica del tennis in carrozzina, inoltre, il punto non è considerato valido se la palla tocca qualcosa che non sia la racchetta, come per esempio la sedia a rotelle o gli abiti, se il giocatore usa gambe o piedi per stabilizzarsi e se si alza.
La carrozzina in particolare è un tipo di carrozzina più aerodinamica, leggermente diversa dalle altre, per favorire un gioco più fluido.
L’atleta paralimpico numero uno in Italia è ad oggi Fabian Mazzei, classe 1973, che si trova ad oggi tra i primi 20 al mondo.