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Il tennis è uno sport razzista? Le Williams e Indian Wells, 24 anni dopo l’evento che sconvolse il mondo del tennis

Dalle critiche a Richard Williams ai fischi durante il match di Serena. Tutta la storia del boicottaggio delle sorelle Williams ad Indian Wells durato 14 anni.

Era il 14 marzo 2001, quando le parole di Elena Dementieva, appena sconfitta da Venus Williams ai quarti ad Indian Wells, riecheggiarono nel mondo del tennis: “Chi vince fra Venus e Serena? Non so cosa ne pensi Richard, credo che sarà lui a decidere“. Il giorno dopo, il 15, ventiquattro anni fa esatti, Venus si ritira 5 minuti prima della semifinale contro la sorella Serena, scatenando una polemica destinata a durare più di un decennio.

Per comprendere la storia bisogna approfondire la figura di Richard Williams, personaggio controverso nel mondo del tennis. Cresciuto a Compton, in un’America profondamente razzista, papà Williams aveva un obiettivo: le sue figlie dovevano diventare le numero uno del tennis. In uno sport tradizionalmente per ricchi, Williams non aveva le risorse economiche né la pelle giusta per essere ammesso nel mondo “posh” del tennis. Come anche raccontato dal recente film vincitore di Oscar, “Una Famiglia vincente”, Richard non sarà mai ben accetto nell’ambiente.

Famiglia WIlliams
La famiglia Williams /foto presa da pagina Sheffield doc/ fest

Il clima di ostilità nei suoi confronti se lo porterà per tutta la carriera, e quindi non dovrebbero sorprendere i fischi durante la finale fra Serena e Kim Clijsters, rivolti alla giocatrice statunitense e al padre. Richard, in risposta, alzerà un pugno al cielo, ricordando le lotte contro la segregazione razziale e a fine partita dirà: “I bianchi di Indian Wells hanno finalmente detto quello che ci hanno sempre voluto dire: ‘Negro, stai lontano da qui, qui non ti vogliamo’. È il peggiore atto di pregiudizio che abbia visto dall’uccisione di Martin Luther King″. Ma i fischi erano davvero razzismo?

Sicuramente dato l’ambiente, composto per lo più da bianchi ricchi, dell’area di Indian Wells, le accuse di Richard trovano un fondamento. Probabilmente ha giocato un ruolo anche la frustrazione degli spettatori per un ritiro in semifinale arrivato troppo tardi. Le voci di una combine all’interno della famiglia Williams giravano già da tempo e il ritiro di Venus poteva confermare la tesi. La verità non si può sapere ma ciò che è certo e che la vicenda segna un prima e dopo nella storia delle sorelle più famose dello sport.

Serena vincerà la finale con Clijsters in tre set, in rimonta, e deciderà di boicottare il torneo per 14 anni, insieme a Venus, rinunciando a soldi e punti. In un’intervista al Time, Serena motivò così il suo ritorno nel 2015: “Sono fortunata ad essere arrivata a un punto in cui non ho più nulla da provare nel tennis. Sono concentrata come sempre, ma ora è tutto un pochino più facile. Gioco per il piacere di farlo. Ed è con questo tipo di amore e una nuova comprensione del perdono che tornerò orgogliosamente a giocare a Indian Wells.

Serena Williams Indian Wells
Serena Williams esulta dopo l’ultimo punto della vittoria contro Kim Clijsters, in finale (JOHN MABANGLO/AFP/Getty Images)

Venus ritornò nel 2016 senza mai dimenticare quanto accaduto : “Ricordo le accuse e gli insulti arrivati a me, a mia sorella, a nostro padre. E ricordo ancora come non riuscivo a capire il perché migliaia di persone si stessero comportando in quel modo di fronte a due ragazze di 19 e 20 anni che stavano cercando di dare il meglio di loro. Ci sono certe cose che non si possono dimenticare, soprattutto se succedono quando si hanno 20 anni

Un momento brutto nella storia del tennis che però permette di capire la personalità di queste due giocatrici. Nessuno, in particolare, potrà dimenticare la forza mentale di Serena in quella finale. D’altronde lei non è cresciuta al “Country Club” e come ha ricordato: “Quando riesci a giocare a tennis mentre qualcuno sta sparando in strada quella è la vera concentrazione“. Una vera storia di riscatto sociale, impartita da un padre disposto a fare qualsiasi cosa per le sue figlie, e che soprattutto ci pone una domanda: “Quanto può essere razzista il mondo del tennis?“.

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