L’azzurro insegue il quinto Masters 1000 e la vetta del ranking, il canadese un biglietto per Torino. Lorenzo Musetti spettatore (interessato) d’eccezione
Non capita spesso che il Masters 1000 di Parigi valga così tanto, e su così tanti piani. Jannik Sinner, il fenomeno da San Candido, arriva all’ultimo atto della stagione regolare con il doppio obiettivo di chiudere il cerchio — il quinto Masters 1000 in carriera, il ritorno in cima alla classifica — e di confermare una supremazia ormai stabile sui campi coperti. Nove vittorie consecutive dopo il ritiro di Shanghai, nessun set ceduto a Parigi, e una sola volta oltre i cinque game per set (a Francisco Cerúndolo negli ottavi). Numeri che raccontano meglio di qualsiasi aggettivo un dominio fatto di ritmo, anticipo e quella serenità tecnica che ormai è la sua cifra.
Sinner, già due Slam in stagione e fresco del titolo di Vienna, è imbattuto da 25 partite sul cemento indoor nell’arco degli ultimi due anni. In palio, oltre al trofeo, anche la possibilità di tornare numero uno del mondo, in una corsa con Alcaraz che si deciderà solo a Torino.
Dall’altra parte, Félix Auger-Aliassime, venticinquenne québécois, ha rimesso in piedi una stagione che pareva compromessa. Dopo il titolo a Bruxelles e l’inopinato ritiro durante il match di quarti a Basilea contro Jaume Munar, il canadese ha inanellato una settimana da manuale, rimontando in tre incontri consecutivi prima di travolgere Valentin Vacherot e Alexander Bublik. Proprio il successo contro il kazako ha garantito a Felix l’ottavo posto nella Race e il sorpasso su Lorenzo Musetti nel rettilineo finale che conduce a Torino.
I precedenti dicono equilibrio solo all’apparenza: dopo due vittorie di Auger-Aliassime (Madrid e Cincinnati 2022), Sinner ha ribaltato la serie con due successi netti nel 2025, a Cincinnati e nella semifinale dell’ultimo Open degli Stati Uniti.
Se il canadese dovesse vincere, il biglietto per le Finals sarebbe automatico. Se perdesse, resterebbe un’ultima chance a Metz, in un testa a testa a distanza con Musetti. Ma al di là della matematica, Parigi offre la cornice giusta per una chiusura di stagione che ha il sapore del bilancio: due specialisti dell’indoor (83 vittorie per Félix nel decennio, 77 per Jannik) e un campo nuovo, quello de La Défense Arena, che promette un’altra domenica d’alta tensione.



